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Il disordine esecutivo in matematica è caratterizzato da un insieme di atteggiamenti e difficoltà che costituiscono sicuramente un campanello di allarme nell’ottica della discalculia ma, per il periodo della prima infanzia, queste stesse difficoltà, come nei successivi periodi evolutivi, non necessariamente si inquadrano e sfociano in un conclamato disordine del calcolo, anzi molto spesso permangono come meri disordini procedurali. Alla luce di ciò è necessario intervenire precocemente nel momento in cui questi stessi atteggiamenti si riscontrano senza aspettare il termine canonico della terza primaria laddove la normativa prevede un approccio diagnostico nell’ambito dei DSA.

http://www.lampidistampa.it/vincenzo-bussa/il-disordine-esecutivo-in-matematica/4009.html

«Questo libro parla di “bene”, di “volere” e di “scuola”, e si parla di scuola attraverso i protagonisti diretti, gli alunni sotto l’input del docente. Non si sbaglia mai se tutte le nostre azioni, piccole e grandi, tendono al bene/bello, a ciò che può rendere felici gli altri e noi, noi e gli altri. E la scuola è il luogo in cui ciò “deve” accadere. A scuola come in famiglia, e quindi nella società, non deve esserci posto se non per il “bene”. Ogni conflitto “deve” risolversi, ogni tensione spegnersi con l’intelligenza di chi tende sempre al bene». (dalla Postfazione)

http://www.lampidistampa.it/vincenzo-bussa/voglio-il-bene/4169.html

«Il concetto di competenza è vestito di fluidità esecutiva. L’alunno competente non inciampa, cammina spedito, organizza, pianifica, risolve, trova soluzioni. La pedagogia delle competenze è una pedagogia lenta e insistente, allena la capacità del fare degli allievi con pazienza e costanza, collabora con i responsabili della formazione senza mai perdere di vista la centralità dell’allievo». (dalla Premessa)

http://www.lampidistampa.it/vincenzo-bussa/posso-farcela-/4151.html

«Con riferimento alla questione della qualità della vita delle persone e alla promozione della salute, (nei termini della condizione di equilibrio bio-psichico individuale), il testo esplora le criticità dell’educazione alla salute nei contesti sociali attuali, il che gli offre il destro per una maggiormente utile frequentazione di una unione costruttiva tra bioetica e pedagogia. […] In tal senso, il rimando all’ampio dibattito contemporaneo in bioetica, in connessione con le emergenze sociali e culturali italiane, ha lo scopo di consolidare una più diffusa e già manifesta tensione a valorizzare la formazione quale viatico dell’etica e della ecologia. In ragione di queste considerazioni, si può riconoscere una bioetica su base pedagogica e una pedagogia su base bioetica» (dalla Prefazione).

http://www.lampidistampa.it/vincenzo-bussa/educhi-amo-la-persona/4050.html

«Il volume si inserisce lungo il solco, sempre attuale, della scelta bioetica che l’insegnante deve fare nel suo approccio con i suoi alunni, forte del suo corredo epistemologico e scientifico, specie davanti a temi forti come quello dell’autismo, nel suo sviluppo pedagogico e didattico che procede dalla diagnosi all’inclusione. […] Mira a dare risposte concrete alle raccomandazioni, di ieri e di oggi, del Comitato Nazionale di Bioetica, a partire proprio da ciò che più direttamente interessa la scuola. […] Poi, ancora, sempre nell’alveo di un percorso sociale più adatto all’uomo, di incoraggiare la realizzazione di cooperative sociali che presumano l’inserimento attivo di una percentuale di soggetti con disabilità». (dalla Prefazione).

http://www.lampidistampa.it/vincenzo-bussa/bioetica-e-autismo/4051.html